• Home
  • Cos’è il CSPL
  • Il Comitato Scientifico
  • Risorse utili
  • Privacy policy
  • Contatta il Comitato

Patrimoni Linguistici

Difendiamo le lingue e i dialetti d'Italia

Ti trovi qui: Home » Scrivere i dialetti lombardi con un’ortografia sola?

Scrivere i dialetti lombardi con un’ortografia sola?

by Brian Sciretti 5 Comments

L’ortografia del lombardo è una questione annosa, aperta sostanzialmente da quando i lombardi hanno preso coscienza di parlare una lingua unica.

Ma c’è un problema: come scrivere la lingua lombarda?

In questo campo, purtroppo, il mondo lombardofono si divide:

  • C’è chi propone di continuare ad usare le ortografie tradizionali ottocentesche;
  • Chi propone modelli basati sulla lingua italiana (le cosiddette “ortografie unificate“, che però tanto unificate non sono);
  • Chi propone di adattare l’ortografia milanese classica a tutta la lingua
  • Chi propone di sviluppare un modello ortografico nuovo.

Qual è la migliore soluzione per la lingua lombarda? Questo non so dirtelo. Ma cercherò di riassumere la questione in questo articolo.

Continua a leggerlo per scoprire di più!

Tutto parte da un punto fermo.

Indice

  • Abbandonare l’ortografia italiana
    • Grafia italianeggiante: una scelta antistorica
    • Ortografia italiana: inadatta per il lombardo
    • Scrivere come si legge? Ma anche no
      • Scomodità (anzi delirio) di una grafia italianeggiante
    • Ortografia milanese: Putost che nient…
    • Verso la strada giusta

Abbandonare l’ortografia italiana

Premessa: non ho nulla contro l’ortografia italiana, sia chiaro!

La grafia italiana infatti è perfetta per scrivere la lingua italiana. Si è modellata nei secoli per questo. Cercare di adattarla al modello italiano è invece una scelta antistorica e dannosa!

Grafia italianeggiante: una scelta antistorica

Nel Medioevo, in Lombardia e in Toscana si impiegavano soluzioni grafiche differenti.

Partiamo da una premessa: il lombardo ha una tradizione scritta antecedente all’italianizzazione della Lombardia.

Cosa significa? Semplice: i primi scrittori lombardi hanno usato forme grafiche differenti da quelle che invece hanno preso piede in Toscana (e quindi nella lingua italiana). Perché questa diversità?

I motivi sono sostanzialmente due:

  1. Il toscano letterario da cui è derivata la lingua italiana durante il Medioevo non era più prestigioso delle altre lingue d’Italia. E’ solo a partire dal Cinquecento che il suo prestigio inizia a crescere anche in Lombardia. I modelli linguistici e letterari dell’epoca facevano capo al francese (lingua d’oil) e al provenzale (lingua d’oc). Entrambe le lingue sono legate a doppio filo al lombardo, e hanno alcuni aspetti fonetici in comune, uno fra tutti la presenza di vocali turbate.
  2. Il lombardo ha molti aspetti morfologici e fonetici in comune col francese e con il provenzale, meno con il toscano. Di conseguenza, le grafie in uso nella Lombardia medievale hanno più di un punto in comune con quelle d’Oltralpe.

Nel corso dei secoli l’italiano ha aumentato sempre più il suo prestigio anche in Lombardia, e la grafia italiana ha influenzato sempre di più la scrittura dei dialetti lombardi. Tra Ottocento e Novecento, addirittura, in certe zone come nel Ticino o in Bergamasca, si è arrivati a un punto di rottura: la grafia tradizionale è stata sostituita da una grafia italiana in tutto e per tutto, con alcuni aggiustamenti per scrivere suoni della lingua che non ci sono in italiano.

Sì, sto parlando delle grafie fonetiche, quelle che usano le lettere tedesche ö e ü per i suoni /ø/ e /y/.

Ma non si capisce perché lo facciano, dato che nessuna ortografia delle lingue romanze usa le lettere ö e ü per i suoni /ø/ e /y/. L’unica eccezione riguarda romancio e ladino, che hanno in comune il fatto di avere avuto una profonda influenza da parte del tedesco. Cosa che invece alla lingua lombarda non è mai accaduta.

Ammetto che scrivere con l’umlaut dà un tocco di esotico ai testi in lombardo, facendoci sentire dei piccoli Kaiser Guglielmo con tanto di elmo a punta, ma ciò non ha alcun senso nella nostra tradizione storica.

E poi, a guardare bene, non è nemmeno funzionale per scrivere i dialetti lombardi.

Ortografia italiana: inadatta per il lombardo

Il punto è che l’ortografia italiana è adatta all’italiano, non al lombardo. Quindi, per scrivere in lombardo, il modo di scrivere l’italiano è un pessimo punto di riferimento.

In parole povere: scrivere il lombardo con la grafia italiana è come pretendere di alimentare un motore diesel con la benzina verde. 

Ti farò un esempio pratico per farti capire il perché di questa mia affermazione.

In italiano la /o/ e la /u/ sono fonemi ben distinti. Quindi una parola come culla non può essere confusa con la parola colla. Nel lombardo invece i suoni /o/ e /u/ sono semplici varianti combinatorie, con un rapporto simile a quello della E chiusa e la E aperta dell’italiano. Quindi, tra i lombardofoni troverai chi dice spusa e chi sposa, chi torna e chi turna, chi polenta e chi pulenta.

Se scrivi il lombardo e ti metti a distinguere /o/ e /u/, diventa un delirio perché ti troverai a scrivere in modi differenti parole che sono sostanzialmente identiche ovunque.

Non c’è nulla da fare: la grafia italiana con il lombardo… non gira proprio!

Scrivere come si legge? Ma anche no

Molti cultori del dialetto fanno un ragionamento che all’apparenza può apparire sensato:

“bisogna scrivere come si legge, quindi un suono = un simbolo. Una grafia troppo distante dalla pronuncia rischierebbe di confondere i parlanti.”

Peccato che non è sempre così.

Per esempio, come si dice in lombardo orientale “italiano”? Italià.

Ma il femminile? Beh, italiana.

Ora i bergamaschi e i bresciani si stracciano le vesti a pensare di scrivere italian e pronunciare italià… ma quella N ha motivo di essere scritta anche al maschile. Sì, perché c’è! Solo che non si pronuncia.

Prima che i lombardi orientali mi dichiarino guerra reclamando la mia testa, muovo la stessa obiezione agli occidentali, specialmente i milanesi: Perché scrivere fioeu e non fioeul quando il femminile è fioeula anche in occidentale? Per di più, al plurale non si dice mica Fioelitt? E allora perché tutti questi problemi a scrivere fioeul?

Certo, finché si considera il lombardo come una divertente parlata per i cartelli della Sagra della Luganega l’uso di una ortografia aderente alla pronuncia sembra la soluzione migliore. Ma per un qualsiasi uso più evoluto va abbandonata e sostituita da un’ortografia sviluppata specificatamente per l’uso formale della lingua lombarda.

E non solo per quello…

Scomodità (anzi delirio) di una grafia italianeggiante

C’è anche da considerare una cosa: l’uso ufficiale di una ortografia fonetica italianeggiante per il lombardo avrebbe costi enormi. Son passati i bei tempi della macchina da scrivere, dove bastava scrivere la lettera, andare indietro di uno e premere il tasto delle virgolette.

Sul sistema operativo monopolista di fatto per PC, ossia Windows, è un casino enorme fare le lettere con segni diacritici.

Combinazioni di tasti da imparare a memoria, mappe caratteri sempre aperte, copia-incolla…

Computer crash

E allora sviluppiamo la tastiera lombarda, con le dieresi e tutti i segni diacritici. Che problema c’è?

Il problema è che dobbiamo volare fino in Corea del Sud e parlare con i vertici delle principali fabbriche di componenti elettroniche per convincerli a produrre delle tastiere per la lingua lombarda. E poi ovviamente convincere i Lombardi di comprare in massa queste tastiere. E imparare a usare il nuovo layout…

Inoltre, non bisogna dimenticare che certi programmi i caratteri speciali nemmeno li vedono: solo ASCII stretto (lettere dell’alfabeto inglese per farla semplice).

In sostanza una ortografia del lombardo piena di accenti e dieresi rischia di non poter funzionare nei computer di scuole e amministrazioni pubbliche, dove sarebbe importantissimo procedere spediti e senza errori.

Certo, MacOS e Linux permettono un inserimento molto più veloce, ma siamo sicuri che l’utente medio spenderà le migliaia di euro di un PC Apple o cambierà ambiente operativo solo per scrivere in lombardo?

Sarebbe un fallimento annunciato.

Ortografia milanese: Putost che nient…

L’ortografia milanese non è perfetta, ma sicuramente, anche ad essere ipercritici, è il “meno peggio” tra le grafie tradizionali del lombardo. Sviluppata per il milanese, ma capostipite di un modello che si diffuse in tutta la Lombardia, supera i problemi che ho evidenziato riguardo le grafie fonetiche o italianeggianti.

Prima di tutto, inserisce quelle distinzioni che sono assolutamente necessarie per l’ortografia del lombardo. Ad esempio, non separa /u/ e /o/, e le vocali turbate /ø/ e /y/ sono scritte rispettivamente oeu e u.

Inoltre, l’unico carattere fuori standard, anche se abbastanza raro, è la ô, tuttavia facilmente sostituibile per via etimologica.

Sia chiaro, se utilizzata in un ambito lombardo, anche la grafia classica milanese ha le sue magagne. Ma sicuramente la grafia milanese si può utilizzare per comunicare in vaste zone della Lombardia occidentale.

Tuttavia, se vogliamo una grafia pan-lombarda, dobbiamo mettere un punto di domanda anche questo tipo di grafia, che è ancora molto imperniata sulla pronuncia milanese.

Verso la strada giusta

La mia proposta che penso possa soddisfare tutti è un’ortografia che:

  • Sia basata sul modello classico
  • Si scriva allo stesso modo ma si possa pronunciare in modi differenti a seconda della località (polinomica)
  • Sia aderente alla grammatica lombarda senza perdersi in particolarismi locali
  • Guardi all’etimologia delle parole senza dimenticare la pronuncia

Che ne pensi? Esprimi il tuo parere su come scrivere i dialetti lombardi nei commenti!

Filed Under: Lingue e dialetti italiani Tagged With: Lingua lombarda, Politica linguistica, Scrivere in dialetto

Comments

  1. alessandro says

    Giugno 27, 2018 at 9:25 pm

    Io troverei la soluzione attraverso due fasi:

    -trascrivere in IPA col maggior scrupolo possibile qualsiasi parlata, anche di una vallata sola.

    -fare economia di simboli in un secondo momento solo se possibile, rispettando tutte le sfumature che ci sono…

    Rispondi
    • Albert says

      Luglio 6, 2018 at 12:39 am

      Condivido molto questa opinione.
      Si potrebbe anche partire da una ortografia esistente, modificandola poi per adattarla alle varie pronunce locali e facendo economia di simboli.

      Rispondi
  2. Ale Sala says

    Luglio 6, 2018 at 11:46 am

    quello che contesto non è la grafia. Per me si può usare per le vocali turbate sia la grafia francese: u – oeu che preferisco, sia l’umlaut come nel dialetto romancio ladino (unico dialetto con vocali turbate) o nel ladino dolomitico (anche qui solo in alcuni dialetti.
    Questo ha poca importanza. Quello che contesto è il voler creare una ortografia che possa essere letta in tutti i dialetti. Voi trovate un delirio la scrittura italianeggiante, io trovo un delirio una scrittura che possa essere letta in tutti i dialetti.
    Quando in qualche lingua si è tentato di fare qualcosa di simile, ma comunque sempre più sensata di questa soluzione, è finita in un fallimento ed in un rifiuto da parte dei locutori.
    L’unica soluzione per poter attuare questa proposta è l’uso degli ideogrammi. In Cina tutti i dialetti, che poi non sono dialetti ma lingue, usano gli stessi ideogrammi. C’è chi usa i nuovi ideogrammi semplificati e chi ancora i vecchi, ma tutti possono leggere e comprendere il testo nella loro lingua.
    Come si forma una lingua? Tutte le lingue formano una koinè basandosi sul dialetto principale, quello ritenuto culturalmente più importante. Esistono casi di lingue basate su più dialetti, ma con koinè diverse (es. romancio: 5 dialetti, 5 koinè. Poi ogni dialetto ha dei sottodialetti ma la lingua ufficiale scritta è unica per ogni dialetto con regole di pronuncia). Tra le altre lingue minoritarie in Italia il friulano ha basato la lingua ufficiale sul dialetto centrale che gravita attorno a Udine, il sardo il lugudorese (anche se avrei preferito il nuorese, più puro e arcaico) che aveva una letteratura più sviluppata ed era il più largamente usato inserendo qualcosa anche di campidanese.
    Finanche nel kiswahil,i parlato in buona parte dell’Africa Orientale, è stato scelto come dialetto sul quale basare la lingua ufficiale il kiunguja dell’isola di Zanzibar.
    Tra le tante lingue che, bene o male, ho studiato non ho mai trovato un esempio simile a quello proposto da questa grafia unica che ritengo sia veramente solo utile a dare il colpo di grazia ad una lingua già moribonda. Una lingua che ha perso terreno nel giro di pochi anni. Negli anni ’50 pressoché tutti la parlavano.
    Quindi si deve basare la creazione di una koinè lombarda su un dialetto cercando, nel caso, di bonificarlo dei vari italianismi ormai profondamente entrati nella lingua, Stampa e radio in lingua lombarda nella koinè prescelta, inizio con qualche programma, specialmente per bambini, in lingua lombarda. Es. Tele Friul trasmette tutti i giorni cartoni animati in lingua friulana.
    Se comunque conoscete nel mondo qualche lingua che ha adottato una scrittura ufficiale che può essere letta in qualsiasi dialetto mi farebbe piacere esserne informato..

    Rispondi
  3. davide rota gelpi says

    Ottobre 30, 2020 at 10:08 am

    io propongo….poi vedete voi
    Avevo letto ‘scriver lombard’ …che usava :
    la lettera Q per ch..chel=quello=qel mi sembra arabo tipo corano=quran…meglio la K per il ch
    =chel=kel come usava san francesco nel medioevo(es.:con la luna =kolla luna…) e poi lombardo da longobardi…qualcosa di germanico c è..x me e’ meglio:
    la K per distinguere c dolce da c dura
    per esempio carnago o sarnico in dialetto è carnach e sarnech o carnac e sarnec(e uno lo pronuncia c dura o dolce? o marco…Mark(come il passo san marco) se scrivi Marc o March si puo’ confondere con la c dolce..e diventa marc=marcio..con mark non sbagli un esempio a favore della K.schiena=skena senza problemi se no cosa usi?sqena?mi sembra albanese!
    Poi sappiamo che tra lom.occidentale e orientale la differenza grossa e’ il plurale: il ratto i ratti=in milanese:el rat i rat.in bergamasco:ol rat, i racc.Ma qui puo’ andare bene la proposta di scrivere uguale in tutta la lombardia ovvero:
    il ‘rat’ ‘ ‘rat-s’ il plurale:= -s poi ogniuno pronuncia come vuole:
    1 lombard(singolare),2lombard-s(plurale)invece che scrivere lombarcc come a bergamo ma pronunciato come -cc o ds o ts o ty in base alla yona dove si vive)
    e per distinguersi d’all’ italiano o si decide che la o=u e u=ü e oe=ö (ma oe non:oe eu oeu a seconda delle preferenze!!)
    altra differenza e’ che il pronome :il e’ detto:
    el nel milanese
    ol nell’ orobiCo
    ul Zona varese.
    io farei oel x tutti=öl
    poi…se per la c si differenyia in c=dolce e k=durasi puo’ scrivere:kosa c’ e’?(e’ oppure ee=doppia=e’)
    mentre per la g..dolce=g o dura bisogna mettere l’ h=gh (e l’ h anche davanti al verbo avere)
    hai ancora bisogno di soldi? gh’het amoo bisogn de sold-s?(= solcc )
    e poi impostando la tastiera su per esempio Elsässich=alsaziano..(,tedesco no,perche ok,da le umlaut ma se si cerca di scrivere l’accento(‘) esce la ß.con l’alsaziano?usando
    il tasto dopo lo yero esce ‘ che puo’ andare benecome apostrofo…che problema c’è ? unico problema y e’ z
    e viceversa ..Epoi io uso j in parole come maglione=majuu o per rinforyare la i come in fijöl.
    altro problema che non si possono uare gli accenti gravi o acuti come:à è é ‘ ò ù
    ma si puo’ seguire la regola secondo cui se la vocale e’ singola è normale o acuta:,se doppia grave
    ciél=cielo perchè=perchee come milàn=milaan..
    ora provo a scrivere in bergamasco usando la tastiera impostata su ALSAZIANO(o tedesco svizzera o GSW):
    (ricordare sempre z=y e y=z)
    ÖN OMEN DE NOOM KARLO ANDAA A CIAPAA ÖL SOO FIJÖL A SKÖLA. KUAND ÖL SOO FIJÖL , KE AL SE CIAMAA BRUNO HA VEST ÖL SOO PADEER HAA CUMINCIAAT A GRIDAA PEER LA FELISIDAA.CON LA TASTIERA IN ITALIANO:
    oen

    Rispondi
  4. Armando says

    Dicembre 21, 2020 at 4:13 pm

    Per quanto riguarda il bresciano della pianura centrale, noi ci rifacciamo agli studi di G. Sansa – ‘Dialetto e folklore – ricerca a Cigole’ in: Mondo popolare in Lombardia (5) – Silvana ed., 1979.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti interessa la Linguistica?

Non restiamo indietro!

Di Pietro Cociancich

corsi inglese estero

Corsi di inglese all’estero e bilinguismo irlandese

Di CSPLAdmin

Romancio: storia e descrizione

Di Pietro Cociancich

Categorie

Argomenti

Biografie Bufale linguistiche Canzone dialettale Comitato Scientifico Dialetti del nord italia Dialetti del sud italia Dialetto a scuola Dialetto e italiano dialetto emiliano Dialetto gallo-italico di Sicilia Dialetto greco di Calabria Dialetto ligure Dialetto piemontese Dialetto siciliano Dialetto valdostano Dialetto veneto Etimologia Eventi Glottofobia Glottologia Guide Imparare le lingue Interviste Isole linguistiche Lessico dialettale Letteratura dialettale Lingua catalana lingua francese Lingua italiana Lingua lombarda Lingue d'Italia all'estero Lingue del mondo Lingue e business Lingue gallo-italiche Lingue germaniche in Italia Lingue retoromanze Linguistica italiana Parole della scienza linguistica Politica linguistica salvaguardia dei dialetti Scrivere in dialetto Sociolinguistica Tecnologia e linguistica Tipologia linguistica Toponomastica

Disclaimer

Le pagine, gli articoli e i commenti agli articoli di questo sito rispecchiano le opinioni dei rispettivi autori. I componenti del Comitato Scientifico non revisionano né editano i contenuti di questo sito, salvo diversa dicitura all’interno dei singoli articoli. Le immagini, i testi e i contenuti multimediali presenti in questo sito sono utilizzati nel rispetto delle norme nazionali e internazionali vigenti sui diritti di copyright. Se nel sito è presente un contenuto utilizzato in modo improprio, per favore segnalalo mandandoci un messaggio. Provvederemo a rimuoverlo il prima possibile.

Cerca nel sito

Articoli recenti

  • Non scrivere mai più queste cinque cose in milanese se non vuoi sembrare un giargiana
  • Estinzione linguistica: perché le lingue scompaiono?
  • 5 parole che credevi fossero in milanese ma non lo sono
  • Trimone: cosa vuol dire in pugliese?
  • Dialetto “neolingua fascista”? Una risposta motivata
  • Se la lingua esclude, il problema è chi la esclude
  • Parlumm Piasintein!

Privacy

Privacy Policy