• Home
  • Cos’è il CSPL
  • Il Comitato Scientifico
  • Risorse utili
  • Privacy policy

Patrimoni Linguistici

Difendiamo le lingue e i dialetti d'Italia

Ti trovi qui: Home » Giornata del Dialetto Milanese 2016: recensione

Giornata del Dialetto Milanese 2016: recensione

by Pietro Cociancich Leave a Comment

In data 15 settembre l’associazione Milano da Vedere (che cura visite guidate per luoghi più o meno conosciuti della città) ha organizzato la Giornata del Dialetto Milanese.

L’intenzione degli organizzatori era di promuovere una giornata in cui tutti gli aderenti all’iniziativa si sarebbero sforzati di parlare tutto il tempo in milanese. La giornata si sarebbe conclusa con una grande festa in un locale.

giornata dialetto milanese

L’evento ha avuto una buona risonanza su Facebook e sui media locali, e ha avuto anche il plauso del vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Fabrizio Cecchetti. Inoltre, ha coinvolto anche l’Accademia del Dialetto Milanese (una delle diverse realtà che si propone di valorizzare la lingua di Milano), la quale ha curato la scrittura di manifesti e slogan promozionali, adeguandoli all’ortografia tradizionale milanese. Sono state stampate magliette, creato un logo, preparati dei manifesti da appendere negli esercizi commerciali interessati a promuovere la giornata. Come luogo per la festa è stato scelto un grande locale sul Naviglio Grande, il Bobino Club, con posti a sedere su prenotazione (esauriti ben presto). Alla serata, tra i vari ospiti, erano presenti anche gli attori della compagnia teatrale dei Legnanesi.

Alla serata è stata presente una discreta delegazione del CSPL lombardo, tra cui il sottoscritto e Simona Scuri (coordinatrice regionale). Il motivo è facilmente intuibile: per chi, come noi, si impegna per la valorizzazione del patrimonio linguistico italiano, un’occasione come questa era imperdibile. Non è un mistero che per dare dignità a una lingua (sia essa l’italiano, l’olandese o il lombardo) bisogna insistere nel darle una dimensione pubblica.

Partendo da questi ottimi presupposti, ecco quello che abbiamo riscontrato nel corso della serata:

  1. le presentazioni e i discorsi erano in italiano
  2. gli interventi sul palco (a parte quello fatto da Simona Scuri) erano in italiano
  3. le presentazioni delle canzoni erano in italiano
  4. le slides passate sugli schermi spiegavano il milanese… in italiano
  5. la gente seduta tra i tavoli parlava in italiano

A poco serve che i discorsi vertano sull’importanza del dialetto, sul dispiacere che nessuno parli dialetto, sulla necessità di tornare a parlare in dialetto senza vergogna, sul bisogno di risentire il dialetto in strada, pubblicamente, se per farlo usi solo e soltanto l’italiano. È vero, bisogna tornare a farci l’abitudine: ma se non si inizia mai, quando si pensa che si potrà invertire la tendenza?

Gli organizzatori della Giornata del Dialetto Milanese ci avevano visto bene, in fondo: il milanese non si salva solo con proverbi, canzonette, filastrocche o modi di dire (per quanto simpatici o spiritosi possano essere), ma tornando a usarlo per le vie, nei negozi, tra persone che non necessariamente si conoscono. Tutto questo alla festa serale è mancato quasi del tutto.

Ora, sarebbe giusto chiedersi il perché di questo. La ragione in fondo è semplice: a Milano, nella cultura così come nell’opinione pubblica, è assente qualsiasi forma di consapevolezza linguistica.

Nel corso dei decenni il prestigio del milanese (una delle varianti più importanti nel sistema lombardo, spesso usato come koinè in regione,milano_largo_san_babila_03 e con la letteratura più cospicua) è inesorabilmente crollato: la maggior parte dei milanesi lo ha rigettato senza troppi rimorsi (se non tardivi), optando per un italiano sempre più standardizzato – e che anzi, al giorno d’oggi si candida a essere la vera variante standard dell’italiano contemporaneo.

Il milanese, come tanti altri “dialetti”, viene vissuto solo come qualcosa di simpatico, che si è sentito in qualche canzone di Jannacci o Svampa: in fin dei conti, un registro molto basso della lingua di tutti i giorni, cioè l’italiano. E chi ancora oggi coltiva con amore la lingua locale, ne è geloso, e non vuole condividerla con gli estranei, o con le nuove generazioni. Questo, è normale, toglie ancora più spazio pubblico al milanese.

È quindi un compito duro, arduo, spiegare ai milanesi quanta dignità ci sia in quella che è la lingua indigena della loro metropoli, e quanto gusto ci possa essere nel tornare a usarla (almeno per chi la conosce). Il milanese, ripetiamo, non è solo scioglilingua alla tì che te tacchet i tacch o modi di dire tipo scarliga merluzz che l’è minga el tò uss: è (stato?) storia, vita, cultura, passioni, ma anche quotidianità, lavoro, affetti di tutti i giorni, litigate. Una lingua normale, insomma. Fuori da Milano, in provincia, spesso è ancora così.

Sotto quest’ottica, bisogna dire che la nascita di una Giornata del Dialetto Milanese è solo positiva: se riuscirà, negli anni a venire, ad accendere un dibattito sull’uso della lingua in città, e a darle maggiore spazio, se ne avranno moltissimi vantaggi. È chiaro, “Roma non è stata fatta in un giorno” (e neanche Milano): non si può pretendere da un giorno all’altro un trionfo di consapevolezza e coscienza linguistica, dopo decenni di anestesia.

Confidiamo che nelle prossime edizioni il clima cambierà: noi del CSPL siamo pronti a dare il nostro contributo, a Milano e nel resto della Regione e del Paese. E intant che spettom, andaremm inanz a parlà la nostra lengua tucc i dì.

f4603290b85660be2a7d7025e17e7f9c

Non ci resta altro che attendere l’edizione 2017 della Giornata del dialetto milanese.

Filed Under: Riflessioni Tagged With: Dialetti del nord italia, Lingua lombarda, Lingue gallo-italiche

About Pietro Cociancich

Sono nato nel 1991 a Milano, dove sono cresciuto e vivo ancora.

Ho fatto il liceo classico e ho studiato Storia all'Università Statale di Milano.
Sono cresciuto parlando solo italiano, e ho conosciuto il lombardo nel 2007, grazie all'edizione di Wikipedia in questa lingua. Da lì ho iniziato a studiare e imparare quella che io definiscono la mia “lingua adottata”.

Sono stato collaboratore e amministratore della Wikipedia in lombardo per quasi dieci anni.

Sono tra i fondatori del CSPL nel 2013, e dal 2014 ne sono il portavoce nazionale. Nel 2013 ho tradotto il De Vulgari Eloquentia di Dante in lombardo e ho vinto un premio letterario a cura dell'Associazion Linguìstica Padaneisa.

In questo sito mi occupo, tra le varie cose, di descrivere le diverse lingue d'Italia e smontare alcuni luoghi comuni riguardo ad esse.

Mi piace la politica, lo scoutismo, la montagna, l'umorismo da quattro soldi, girare in bici, la musica anni '70, vedere film tamarri al cinema, fotografare col telefonino, fare polemiche, compilare liste come queste.

Tra i miei progetti c'è la realizzazione di un grande dizionario per la lingua lombarda,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti interessa la Linguistica?

Partendo per l’avventura

Di Pietro Cociancich

Il problema del francese in Val d’Aosta

Di Pietro Cociancich

10 luoghi comuni contro i “dialetti” (e perché non ci devi credere)

Di Pietro Cociancich

Categorie

Argomenti

Biografie Bufale linguistiche Canzone dialettale Comitato Scientifico Dialetti del nord italia Dialetti del sud italia Dialetto a scuola Dialetto e italiano dialetto emiliano Dialetto gallo-italico di Sicilia Dialetto greco di Calabria Dialetto ligure Dialetto piemontese Dialetto siciliano Dialetto valdostano Dialetto veneto Etimologia Eventi Glottofobia Glottologia Guide Imparare le lingue Interviste Isole linguistiche Lessico dialettale Letteratura dialettale Lingua catalana lingua francese Lingua italiana Lingua lombarda Lingue d'Italia all'estero Lingue del mondo Lingue e business Lingue gallo-italiche Lingue germaniche in Italia Lingue retoromanze Linguistica italiana Parole della scienza linguistica Politica linguistica salvaguardia dei dialetti Scrivere in dialetto Sociolinguistica Tecnologia e linguistica Tipologia linguistica Toponomastica

Disclaimer

Le pagine, gli articoli e i commenti agli articoli di questo sito rispecchiano le opinioni dei rispettivi autori. I componenti del Comitato Scientifico non revisionano né editano i contenuti di questo sito, salvo diversa dicitura all’interno dei singoli articoli. Le immagini, i testi e i contenuti multimediali presenti in questo sito sono utilizzati nel rispetto delle norme nazionali e internazionali vigenti sui diritti di copyright. Se nel sito è presente un contenuto utilizzato in modo improprio, per favore segnalalo mandandoci un messaggio. Provvederemo a rimuoverlo il prima possibile.

Cerca nel sito

Articoli recenti

  • Non scrivere mai più queste cinque cose in milanese se non vuoi sembrare un giargiana
  • Estinzione linguistica: perché le lingue scompaiono?
  • 5 parole che credevi fossero in milanese ma non lo sono
  • Trimone: cosa vuol dire in pugliese?
  • Dialetto “neolingua fascista”? Una risposta motivata
  • Se la lingua esclude, il problema è chi la esclude
  • Parlumm Piasintein!

Privacy

Privacy Policy

 © Michele Ghilardelli - Tutti i diritti riservati

Contatti webmaster: patrimonilinguistici[at]gmail.com