Oggi faremo un viaggio alla scoperta della glottofobia. A farci da guida sarà Focusings.
Chi è Focusings?
Focusings è il nickname di Melodi Dominguez, una ragazza spagnola nata a Huelva, in Andalusia, che si è trasferita a Barcellona, in Catalogna, dove tuttora risiede. Ha un canale Youtube a cui puoi iscriverti cliccando sull’immagine a lato.
Da semplice immigrata andalusa, Melodi è diventata una star grazie a un video sulla catalanofobia, ossia la “paura dei catalani”. Il video è in breve diventato virale ed oggi conta oltre 3 milioni di visualizzazioni.
Perché parlo di questo video?
A questo punto sarai perplesso, dato che il video è di una spagnola, è in spagnolo e parla di una situazione tipica della Spagna. Eppure ti renderai conto che il contenuto è di estremo interesse anche per gli italiani:
- Ci fa conoscere una cultura, quella spagnola, molto più avanti di quella italiana nel riconoscimento delle diversità regionali;
- Ci dimostra che, per quanto riguarda i pregiudizi etnici e linguistici, tutto il mondo è paese;
- Ridimensiona il mito della Catalogna, raccontandoci come è nella realtà un paese dove vige il bilinguismo regionale.
Se conosci lo spagnolo, non ti resta altro che cliccare Play e guardare il video. Se invece non conosci la lingua, non ti preoccupare: nel resto dell’articolo ti commenterò tutti i contenuti del video, che ti consiglio di guardare comunque. Melodi infatti, oltre ad essere molto carina, emana una simpatia naturale che riuscirà senz’altro a coinvolgerti.
Catalanofobia vs Ispanofobia
Nella prima parte Melodi, alias Focusings, ci spiega che non vuole giustificare nessun tipo di discriminazione. Non è d’accordo con i Catalani che odiano gli Spagnoli, e nemmeno con gli Spagnoli che odiano i Catalani. Lo ribadisce più volte a prova di equivoco, segno che anche in Spagna il dibattito sul tema è molto acceso ma non del tutto maturo.
Gli andalusi odiano i Catalani
Mel racconta che durante la sua infanzia in Andalusia, tutti la spingevano ad odiare i catalani. Il motivo? Sono indipendentisti, quindi cattivi ed egoisti (mi ricorda qualcosa…).
Ma perché dovrebbe odiare i Catalani? Non hanno forse diritto a chiedere uno Stato proprio? Non possono pensarla come vogliono sul tema dell’indipendenza?
In seguito Mel specifica di non essere indipendentista. Lei preferisce che lo Stato spagnolo rimanga unito e si sente spagnola, ma non per questo è giusto chiudere gli occhi sulla diversità regionale della Spagna. Lei è andalusa e riconosce che la sua regione ha delle specificità che la differenziano molto dal resto della Spagna. Non per questo bisogna far finta che non esistano, e non per questo bisogna costruire muri tra l’Andalusia e il resto della Spagna.
Tutti i Catalani odiano la Spagna
Insomma, sembrerebbe che se una popolazione è orgogliosa delle proprie radici, allora debba odiare quelle degli altri… ovviamente non è vero. O meglio, non sempre. Purtroppo i fanatici ci sono dappertutto, sia tra i Catalani che tra gli Spagnoli! E sia tra Lombardi, Veneti, Napoletani, Siciliani, Sardi ecc. che tra gli Italiani.
In Catalogna tutti parlano catalano
Qui entriamo nel vivo del discorso linguistico. Non sai quante volte anche io ho sentito dire che in Catalogna parlano solo in catalano, e che nessuno parla spagnolo. Ebbene, Mel ci dice che questo non è assolutamente vero. Lei a Barcellona sente parlare soprattutto in spagnolo (castigliano), probabilmente anche per il fatto che ci sono molti immigrati dal resto della Spagna.
Bisogna dire però che in genere i catalani tra di loro parlano in catalano.
Se in Catalogna parli castigliano ti guardano male
Mel non parla catalano, eppure non è mai stata discriminata per questo fatto. In Catalogna anche chi parla solo in castigliano può vivere e prosperare tranquillamente.
Le scritte sono tutte in catalano
In realtà le scritte sono tutte bilingui spagnolo-catalano. Mel aggiunge che le lingue sono abbastanza simili e spesso le scritte in catalano sono facilmente comprensibili anche per chi conosce solo il castigliano. Quindi che problema c’è?
Bisognerebbe chiederlo a chi, in Italia, si straccia le vesti quando parla dei “cartelli in dialetto”.
I Catalani sono Spagnoli, e quindi dovrebbero parlare spagnolo
I catalani, come dice Mel “hanno un idioma proprio, differente dal castigliano e non lo perderanno solo perché a 2-3 idioti è venuto in mente di eradicarlo per sempre“.
Sembra che certi spagnoli non abbiano ancora capito che i Catalani non parlano in catalano apposta per non farsi capire dagli altri Spagnoli. Sarebbe assurdo, ma è ancora più assurdo che a qualcuno interessi quello che dicono i Catalani quando parlano in catalano. Davvero, a qualcuno dà fastidio non capire cosa dicono tra di loro dei catalani che passano per la strada? Roba da matti!
Sembra di sentire i classici discorsi dei benpensanti rivolti ai Napoletani che “parlano in dialetto e non si capisce niente quando parlano”. Delle due l’una: o i Napoletani parlano di cose interessantissime, oppure in Italia abbiamo dei benpensanti un po’ pettegoli.
Il catalano è un dialetto dello spagnolo
Falso, perché ha regole grammaticali proprie e un’ortografia propria. Non è per nulla definibile come “varietà dialettale della lingua spagnola”, eppure Mel ci dice che molti insegnanti e professori insegnano questa palese falsità ai poveri alunni spagnoli.
Devo ammettere che quando lo ha detto, per un attimo ho creduto che stesse parlando della situazione italiana. Evidentemente anche in Spagna c’è qualcuno che non si è ancora aggiornato…
Tre aneddoti
Finiti questi punti, la nostra Mel ci racconta tre aneddoti sulla glottofobia in Spagna.
Il primo riguarda un messaggio di auguri su Facebook che raffigurava un giocatore della squadra di calcio del Barcelona e la scritta in catalano “bonas festas“. In uno dei messaggi di risposta, una amica di Melodi ha scritto: “Grazie altrettanto, però il castigliano è meglio! Hahahaha!“. Sembra proprio uno di quei commenti della serie “dialetto, che ridere! Meno male che c’è l’italiano, che è una lingua seria!”
Mel si chiede: ma che problemi ha questa? Prima di tutto, il significato di Bonas Festas è comprensibilissimo anche da una persona che conosce solo lo spagnolo, quindi non si capisce perché una persona dovrebbe lamentarsi se il messaggio è comprensibile… è evidente che c’è dell’altro, e cioè la solita glottofobia! Sicuramente, se ci fosse stato scritto Happy holidays in inglese nessuno si sarebbe lamentato…
L’altro aneddoto riguarda una trasmissione satirica sull’emittente TV3. Essendo sita a Barcellona, trasmette per lo più in catalano, ma si prende anche nel resto della Spagna. Una volta il padre di Mel, passando davanti al televisore mentre la figlia si godeva lo spettacolo, ha esclamato in modo piuttosto seccato: sarebbe meglio seguire i programmi in inglese piuttosto che in catalano! E ovviamente il padre di Mel non sa una parola di inglese…
Sembra di sentire quei tizi italianissimi che commentano ogni proposta a favore della salvaguardia delle lingue regionali con frasi del tipo “bisognerebbe insegnare/trasmettere/mettere i cartelli/parlare in inglese, che è il futuro, altro che in dialetto“. Poi non sanno nemmeno cosa vuol dire do you speak english.
Ultimo aneddoto. Una signora di Huelva aveva incontrato la madre di Mel. Parlando della Catalogna, la signora ha espresso il suo disappunto: che postaccio! Al che la madre di Mel ha risposto: perché, tu ci sei andata? Ovviamente la signora non ci aveva mai messo piede.
Mancava solo “non c’è il sole, non c’è il mare, hanno solo la nebbia” e potrebbe essere una frase pronunciata in Italia meridionale…
Se Focusings fosse italiana
Ora proviamo a fare un gioco. Facciamo finta che Melodi non sia andalusa, ma siciliana, e che si sia trasferita non a Barcellona, ma a Milano.
Te la immagini a dire frasi del tipo:
- La Sicilia e la Lombardia sono molto diverse, ma rispetto le differenze regionali.
- Le scritte in lombardo non mi danno fastidio, tanto ci sono anche quelle in italiano.
- I Lombardi hanno un idioma proprio, differente dall’italiano e non lo perderanno solo perché a 2-3 idioti è venuto in mente di eradicarlo per sempre!
- Non mi interessa capire i discorsi in lombardo che i milanesi fanno tra di loro per la strada.
- Quando abitavo in Sicilia guardavo un programma su Canale 5 in milanese (ok, lo ammetto: questa è fantascienza).
- Il lombardo è una lingua a sé, non un dialetto dell’italiano!
Io proprio non riesco a immaginarmela… e dubito che, oggi come oggi, esistano delle ragazze siciliane trasferite a Milano che la pensino allo stesso modo. Spero, un giorno, di essere smentito.
C’è molto lavoro da fare, ma non c’è da scoraggiarsi.
La lingua catalana è considerata una delle lingue regionali con il minore rischio di estinzione. Il suo spazio sociale e politico è ancora in espansione. La cosa migliore è che non è un diktat statale, ma sono i Catalani stessi a volerlo!
Ora c’è il Comitato per la Salvaguardia dei Patrimoni Linguistici che metterà a tacere i glottofobi e porterà sulla strada del bilinguismo tutte le lingue d’Italia.
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