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Patrimoni Linguistici

Difendiamo le lingue e i dialetti d'Italia

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Dialetto Lombardo

Indice

  • Definizione
  • Informazioni di base
  • Il lombardo è una lingua o un dialetto?
  • Parole in dialetto lombardo: le più famose
    • Pota
    • Scighera
    • Tel chi
    • Sciura
    • Ciula
    • Sghei
    • Pirla
    • Bauscia
    • Alura
    • Mòchela
    • Bocia
  • Proverbi e frasi in dialetto lombardo
    • Amor de fradei, amor de cortei.
    • La boca l’è miga straca se la sent no de vaca
    • Qi g’ha miga dei antador i’se vanta de per lor
    • Và a ciapar i rats
    • Qi volta el cul a Milan, el lo volta al pan
  • Da dove deriva il lombardo?
  • Quali sono i principali dialetti lombardi?
    • Area dialettale lombarda occidentale
    • Area dialettale lombarda orientale
    •  Area dialettale lombarda alpina
  • Caratteristiche tipiche del lombardo
    • Somiglianze tra lombardo, francese e spagnolo
    • Somiglianze tra lombardo e francese
    • Somiglianze tra il lombardo e l’italiano
    • Fenomeni linguistici peculiari presenti nei dialetti lombardi
  • Letteratura lombarda: autori famosi
    •  Autori medievali
    •  Autori moderni
  • Chi si occupa di salvare il lombardo?
    • Associazione Far Lombard
    • Ducato di Piazza Pontida – Bergamo
    • Antica Credenza di Sant’Ambrogio – Milano
    • Circolo Filologico Milanese – Milano
    • Lingua lombarda sui social Network

Definizione

Il dialetto lombardo è una lingua romanza del gruppo gallo-italico parlata nell’Italia settentrionale e nella Svizzera meridionale.

Informazioni di base

Nome locale: lombard
Codice ISO 693-3 lmo
Parlato in: Lombardia, Trentino occidentale, Piemonte orientale, Canton Ticino, Grigioni italiano. Alcune comunità di emigrati lo parlano in Brasile.
Numero di parlanti: circa 3,5 milioni
Status di conservazione: in pericolo di estinzione

Ascolta parole e frasi dialetto lombardo (su Youtube)

Il lombardo è una lingua o un dialetto?

Il lombardo è una lingua perché:

  • Non è un dialetto dell’italiano, ma un codice linguistico autonomo con una propria grammatica e un lessico peculiare che lo distingue dalle altre lingue;
  • Possiede un proprio codice ISO (693-2 LMO);
  • È censito come lingua in pericolo nell’Atlas of Endagered Languages dell’UNESCO;
  • È tutelato dalla Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie del Consiglio di Europa;
  • Ad esso si estende la Relazione sulle lingue europee a rischio di estinzione e la diversità linguistica nell’Unione europea (Relazione Alfonsi) del 26 giugno 2013;
  • È riconosciuto dalla Regione Lombardia con la legge regionale 25/2016, ma non ancora dalla Confederazione Svizzera e dallo Stato Italiano.

Per saperne di più leggi l’articolo: la lingua lombarda esiste?

Parole in dialetto lombardo: le più famose

Per rendere più semplice la lettura abbiamo deciso di scrivere le parole come si pronunciano in italiano.

Pota

Molti pensano che “pota” sia una parolaccia. In effetti sembra che condivida la stessa origine di vari termini volgari presenti in varie lingue d’Italia, ma a Bergamo e Brescia, dove il termine è più diffuso, è un semplice intercalare.

Leggi l’articolo sulla parola POTA!

Scighera

La “scighera”, nome della nebbia in dialetto milanese, è un elemento imprescindibile del paesaggio lombardo.

Leggi l’articolo sulla parola SCIGHERA!

Tel chi

Una delle locuzioni più famose del dialetto milanese, ormai conosciuta anche fuori dai confini della Lombardia. È una forma contratta di “vardel chi” e significa letteralmente ‘ecco qui’.

Sciura

In lingua lombarda, “sciura” è l’equivalente di ‘signora’. Il titolo reverenziale a cui si rivolge a donne di una certa età (o con un certo tenore economico).

Ciula

Originariamente, “ciula” è un imperativo verbale che indica l’atto sessuale. Oggi se dai del “ciula” a un lombardo, la reazione potrebbe essere molto scortese… infatti, gli hai appena dato dello stupido.

Sghei

Gli sghei sono i soldi. Questo termine deriva dal nome di una delle monete usate nell’Impero Austro Ungarico: la Scheidemünze (moneta divisionale).

Pirla

Insulto lombardo per eccellenza, anche se spesso usato bonariamente in modo equivalente all’italiano ‘sciocco‘. In realtà indica l’organo sessuale maschile…

Bauscia

Il bauscia è una figura tipica della società lombarda. Indica lo spaccone, il “so-tutto-io” che vuole elevarsi sopra gli altri.  Per estensione (spesso, bisogna dire, ingenerosa), gli abitanti delle montagne lombarde indicano con questo nome i Milanesi che si recano in villeggiatura. La cosa curiosa è che questo termine è anche sinonimo di saliva.

Alura

Non c’è discorso lombardo in cui non compaia la parola “alura” (che si scrive “alora” e si pronuncia con la U italiana, non quella turbata). Si traduce come ‘allora’ e viene spesso usato per salutarsi e scambiarsi auguri: oeh, alora? Come stee-t? (ehi, allora? Come stai?).

Mòchela

I bambini lombardi più vivaci conoscono bene questa parola, che viene spesso pronunciata dai genitori o dalle maestre quando passano il limite della sopportazione. Mochela significa ‘piantala‘.

Bocia

Quando un muratore lombardo inizia il lavoro come apprendista, il suo status è quello di bocia, letteralmente ‘principiante‘. Per esensione, i “bocia” possono essere anche bambini o ragazzi in età adolescenziale. Insomma, gli “apprendisti della vita”.

Per conoscere altre parole lombarde ti consigliamo di dare un’occhiata alla sezione dedicata ai dizionari del lombardo.

Proverbi e frasi in dialetto lombardo

In questa sezione abbiamo riportato 5 modi di dire lombardi tra i più famosi.

Amor de fradei, amor de cortei.

Amore di fratelli, amore di coltelli. A monito del rapporto non sempre amichevole tra fratelli (specialmente quando si devono dividere le eredità).

La boca l’è miga straca se la sent no de vaca

La bocca non è stanca se non sente di vacca. Si riferisce all’abitudine contadina di terminare il pasto con un pezzo di formaggio.

Qi g’ha miga dei antador i’se vanta de per lor

Chi non ha nessuno che lo elogia, si vanta da solo.

Và a ciapar i rats

Vai a catturare i ratti. È un modo di dire milanese per mandare a quel paese qualcuno.

Qi volta el cul a Milan, el lo volta al pan

Chi volta il culo a Milano, lo volta al pane. È una piccola invettiva contro gli immigrati che, giunti a Milano, si lamentano della città che li ha accolti dando loro un lavoro e una vita più agiata.

Leggi altri articoli sulla lingua lombarda

Da dove deriva il lombardo?

Anticamente, nei territori in cui oggi si parla lombardo erano diffuse varie lingue celtiche. Con la conquista dell’Italia settentrionale da parte dei Romani, queste antiche lingue iniziarono ad essere sempre meno parlate, fino alla loro estinzione.

Al loro posto si diffuse il latino. Non si trattava tuttavia del latino classico di Cesare e Cicerone. Era infatti una forma di latino parlata dalle persone comuni. Gli specialisti lo definiscono “latino volgare”, dal latino vulgus ‘popolo’.

Nel latino volgare parlato in Lombardia confluirono alcune parole e termini che facevano parte delle antiche lingue celtiche. Inoltre, col tempo, si evolse differenziandosi sia dal latino parlato a Roma che dalle parlate latine delle regioni confinanti.

Nei primi secoli del Medioevo l’attuale Lombardia fu invasa da popoli di lingua germanica provenienti da Nord. I primi furono i Goti, seguiti dai Longobardi e dai Franchi. I tre popoli lasciarono una profonda impronta linguistica sulla Lombardia.

La loro lingua germanica però non fece mai presa sulla maggioranza della popolazione, che continuò ad usare la propria forma di latino, seppure arricchito di prestiti germanici.

La lingua lombarda è dunque “figlia” del latino. Quindi è una lingua romanza. Non è una lingua celtica e neppure una lingua germanica.

Nel corso del Medioevo, il latino della Lombardia continua la sua evoluzione, differenziandosi sempre di più sia dal latino dell’antichità che da quello dei luoghi confinanti.

In quell’epoca la lingua lombarda veniva parlata in un territorio molto più ampio di quello attuale. Fino al Seicento, infatti, si intendeva come lingua lombarda l’insieme delle lingue galloitaliche. Ciò significa che piemontese, emiliano e romagnolo si potevano considerare come dialetti di un’unica lingua.

All’epoca era diffusa anche una versione letteraria del lombardo che veniva impiegata per le scritture cancelleresche, le opere letterarie e per comunicare tra le varie corti dell’Italia padana.

Col tempo però le parlate del Nord Italia si differenziarono ulteriormente, e l’antica lingua delle corti padane venne sostituita dal toscano (cioè dalla lingua italiana).

Il territorio in cui si parla la lingua lombarda si è dunque ristretto, e ora comprende Lombardia, Svizzera italiana, Trentino occidentale e Piemonte orientale.

Quali sono i principali dialetti lombardi?

Convenzionalmente, la lingua lombarda si divide in 3 grosse aree dialettali.

Area dialettale lombarda occidentale

Il dialetto lombardo occidentale comprende:

  • Dialetto milanese
  • Dialetto ticinese
  • Dialetto novarese
  • Dialetto comasco (o laghé)
  • Dialetto valtellinese
  • Dialetto pavese
  • Dialetto lodigiano
  • Dialetto bosino

Area dialettale lombarda orientale

Il dialetto lombardo orientale comprende:

  • Dialetto bergamasco
  • Dialetto bresciano
  • Dialetto cremasco
  • Dialetto alto-mantovano

 Area dialettale lombarda alpina

Il dialetto lombardo alpino comprende:

  • Dialetto ossolano
  • Dialetto bormino
  • Dialetto livignasco
  • Dialetto del Ticino settentrionale
  • Dialetto del Trentino occidentale
In questa cartina semplificata abbiamo schematizzato le 3 grandi aree dialettali della lingua lombarda. In blu scuro, i dialetti lombardi alpini. In azzurro scuro i dialetti lombardi occidentali. In azzurro chiaro, i dialetti lombardi orientali.

Caratteristiche tipiche del lombardo

Il lombardo è una lingua che ha molti punti in comune con le lingue romanze dell’Europa occidentale, come il francese e lo spagnolo. Questo è dovuto al fatto che, nei primi secoli del Medioevo, la Lombardia aveva più relazioni politiche e commerciali con l’Europa continentale e meno con l’Italia centro-meridionale.

Somiglianze tra lombardo, francese e spagnolo

Le consonanti occlusive sorde (p, t, k) diventano sonore (b/v, d, g) o addirittura scompaiono se si trovano tra due vocali.

LatinoItalianoFranceseSpagnoloLombardo
poterepoterepouvoirpoderpoder
focumfuocofeufuegofoeug
cruciatacrociatacroisadecrosadacrosada

Le doppie consonanti latine diventano singole.

LATINOITALIANOFRANCESESPAGNOLOLOMBARDO
buccamboccabouchebocaboca
passumpassopaspasopas
cattusgattochatgatogat

Somiglianze tra lombardo e francese

Il lombardo, in particolare, condivide 3 elementi caratteristici con il francese. Attenzione: non significa che il lombardo deriva dal francese o viceversa!

La presenza di Ü e Ö, le cosiddette “vocali turbate” (i linguisti  moderni preferiscono definirle “vocali palatali arrotondate”. Sono vocali prodotte arrotondando le labbra come se si stesse pronunciando O o U, ma tenendo la lingua a livello del palato come se si stesse pronunciando una I.

In lombardo le vocali finali delle parole latine scompaiono. Si conserva solo la A, mentre in francese la A è sostituita da una vocale muta.

LATINO VOLGARELOMBARDOFRANCESEITALIANO
petrapredapierrepietra
lupuluvlouplupo

I verbi hanno la forma interrogativa. Questa viene creata mettendo il soggetto dopo il verbo.

LOMBARDOFRANCESEITALIANO
Inde-t?Vais-tu?Tu vai?

Somiglianze tra il lombardo e l’italiano

Abbiamo visto che il lombardo ha diverse somiglianze con lo spagnolo e il francese. Tuttavia, il lombardo ha anche un punto di contatto con l’italiano e le lingue dell’Italia centro-meridionale.

I nessi consonantici FL, PL, BL diventano FI, PI, BI. Bisogna dire, però, che questo fenomeno è “incompleto”, dato che tracce di nessi consonantici “non italiani” sono ancora presenti in alcuni dialetti lombardi.

LATINO VOLGAREITALIANOLOMBARDO
flamafiammafiama
plateapiazzapiazza
blancumbiancobianc

Fenomeni linguistici peculiari presenti nei dialetti lombardi

Nel lombardo i nessi consonantici del latino CL e GL vengono trasformati in CI e GI. In italiano diventano rispettivamente CHI e GHI.

LATINO VOLGARELOMBARDOITALIANO
clavemciavchiave
glaciemgiasghiaccio

La lingua lombarda, in alcune forme verbali utilizza delle particelle clitiche nei paradigmi verbali, che in genere sono obbligatorie. Ciò significa che la coniugazione dei verbi, oltre al soggetto e al verbo in sé, ha un terzo elemento che si chiama particella clitica. Il suo scopo è quello di rendere chiaro il soggetto.

LOMBARDOITALIANO
Ti te parletTu parli
Lu el parlaEgli parla
Lor i parlaEssi parlano

Il pronome personale lombardo della prima persona singolare non è derivato dal latino “ego” (che significa “io” come soggetto) ma da “mihi” (che significa “io” come complemento oggetto).

LOMBARDOITALIANO
mi cantiio canto

La particella negativa è posta dopo il verbo. In italiano invece è posta prima del verbo.

LOMBARDOITALIANO
mi foo migaio non faccio

Letteratura lombarda: autori famosi

 Autori medievali

  • Uguccione da Lodi (XIII secolo), poeta autore del Libro di Uguçon da Laodho, un poema didascalico.
  • Bonvesin Dra Riva (1240 – 1315), scrisse svariate opere di carattere religioso in lingua lombarda illustre.

 Autori moderni

  • Carlo Maria Maggi (1630 – 1699), è considerato il padre della letteratura milanese moderna.
  • Pietro Ruggeri da Stabello (1797 – 1858), fu uno dei massimi poeti bergamaschi.
  • Carlo Porta (1775 – 1821), scrisse sonetti in milanese raccolti nei suoi Sonetti. È considerato uno dei maggiori poeti lombardi nonché uno dei più importanti poeti italiani dell’epoca.

Chi si occupa di salvare il lombardo?

Associazione Far Lombard

L’associazione Far Lombard si occupa di salvaguardare e promuovere la lingua lombarda in tutte le sue varianti locali.

Le attività associative consistono nel realizzare e divulgare contenuti scritti o audio-video in lengua lombarda per mezzo dell’ortografia polinomica Scriver Lombard.

Il sito di riferimento dell’associazione Far Lombard è Lengualombarda.org dove troverai svariati contenuti in lingua lombarda, tra cui:

  • Lezioni video per apprendere le basi della lingua;
  • Una lista di libri realizzati dall’associazione;
  • Una miscellanea di canzoni lombarde antiche e moderne;
  • Video di favole dedicate ai più piccoli

Ducato di Piazza Pontida – Bergamo

Il Ducato di Piazza Pontida è una associazione nata nel 1924 per iniziativa dell’intellettuale Rodolfo Paris, che ne fu il primo Duca. Nel corso del Novecento, il Ducato è diventato il punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la cultura tradizionale bergamasca, dal folklore alla lingua.

L’organo di informazione ufficiale del Ducato è il mensile Giopì, scritto nelle due lingue (bergamasco e italiano).

Antica Credenza di Sant’Ambrogio – Milano

Questa associazione nacque nel 1987, 1600 anni esatti dopo la morte di Sant’Ambrogio, per iniziativa di alcuni cittadini milanesi con la volontà di celebrare i valori della tradizione milanese, compreso il dialetto lombardo della città.

L’organo di informazione ufficiale dell’Antica credenza di Sant’Ambrogio è La Frusta, una rivista mensile sulla cultura della città di Milano.

Circolo Filologico Milanese – Milano

Il Circolo Filologico Milanese, fondato nel 1872, è una associazione culturale dedicata allo studio delle lingue, sia locali che straniere. Ad oggi è considerato il punto di riferimento per la formazione linguistica della città di Milano.

Insieme a svariate attività culturali, tra le mura del Filologico si tengono annualmente corsi di lingua, letteratura e cultura milanese.

Lingua lombarda sui social Network

Anche sui social si parla la lingua lombarda!

Nel gruppo Per Quei che parla Lombard sono iscritti oltre 5000 persone che quotidianamente postano contenuti. Gli argomenti sono liberi e vari, purché scritti in lombardo.

Per quanto riguarda le pagine Facebook, segnaliamo inoltre:

  • Impariamo la lingua lombarda
  • Mangiar lombard, dedicato alla cucina lombarda

Su Instagram, il profilo @lengualombarda offre quotidianamente contenuti utili per approfondire la conoscenza delle diverse varietà della lingua lombarda.

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