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Curial e Güelfa: L’anima lombarda dell’antica letteratura catalana

by Brian Sciretti 2 Comments

I lombardi e i catalani sono popoli molto vicini. Parlano due lingue molto simili, hanno abitudini abbastanza simili, sono entrambi cittadini di una regione “Motore d’Europa” e le bandiere delle rispettive capitali hanno entrambe la Croce di San Giorgio.

Il rapporto tra la Catalogna e la Lombardia nei secoli passati fu molto stretto, principalmente per l’attività dei banchieri lombardi presso il regno d’Aragona e soprattutto per le maestranze che hanno portato in Catalogna lo stile romanico lombardo.

Ma c’è di più. Infatti una delle più importanti opere in lingua catalana è legata alla Lombardia e alla lingua lombarda!

 

Indice

  • Curial e Güelfa
    • I lombardismi
  • Il presunto autore: Inico d’Avalos
    • La struttura
  • Il legame con la Lombardia
    • La citazione della lingua lombarda
  • Fonti

Curial e Güelfa

Curial e Güelfa è un poema epico-cavalleresco all’italiana, scritto tra le corti di Milano e di Napoli nel 1445 da un anonimo, anche se sono state avanzate alcune ipotesi di attribuzione sull’autore.

Curial e Guelfa venne scoperto da Manuel Milà i Fontanals, linguista catalano noto per la classificazione dialettale del catalano usata ancora oggi. Alcuni linguisti e filologi lo accusarono di aver falsificato la novella, ma poi fu chiarito che il poema era autentico.

Ha una particolarità: era scritto in catalano, con una preferenza linguistica valenziana, ma con evidenti somiglianze con il lombardo medievale.

Su questo punto i filologi catalani sono dubbiosi: si tratta forse di forme catalane estinte o di influenze dirette del lombardo?

I lombardismi

La maggior parte dei lombardismi  citati sono forme fraseologiche, notoriamente diffuse nell’idioma lombardo ma meno in quello catalano.

Per esempio troviamo:

  1. “vage fora”, che deriverebbe da “andà foeura”
  2. “muntà sus”, che deriverebbe da “monta su”

Ci sono anche delle forme lessicali che sarebbero avvicinabili al lombardo, ad esempio:

  1. Restell, ossia il cancello
  2. Parc, il parco

Ci sono anche altre parole e forme, ma si entrerebbe nel campo del lombardo antico.

Come dicevo, tuttavia, non tutti i filologi scommettono sull’origine lombarda delle parole, c’è chi le ritiene semplici forme catalane estinte o pronunciate in modo particolare.

Il presunto autore: Inico d’Avalos

Come ho accennato prima, non tutti gli accademici concordano sull’autore, ma è la tesi preponderante che riporto volentieri.

Inico d’Avalos era un diplomatico aragonese, nato nel 1414  nella zona di Toledo. Crebbe però a Valencia. Divenne un importante diplomatico della nazione aragonese, tanto da diventare Ambasciatore d’Aragona a Milano nel 1443, dopo esservi stato come cortigiano di Filippo Maria Visconti dal 1435. E qui avrebbe iniziato, nel 1455, la sua novella catalana.

Nel 1447 si trasferì a Napoli, dove finì la novella. Dal 1449, anno dopo la fine della stesura di Curial e Güelfa, viene nominato Gran Camerlengo, seconda carica del governo napoletano.

Amante di tutte le arti e soprannominato “amatore delle Sacre Muse”, morì a Napoli nel 1484.

La struttura

La novella Curial e Güelfa è divisa in tre libri.

  1. Il primo libro parla di Curial, educato dal Marchese del Monferrato (terra storicamente lombarda), che inizia la sua avventura nel mondo cavalleresco. In quell’ambito incontra Güelfa, sorella del Marchese, e si innamora di lei;
  2. Il secondo libro invece è più avventuroso e veloce, e parla dei tornei e delle battaglie di Curial;
  3. Il terzo libro invece è quello più romantico e avventuroso. Parla di una lunga guerra contro i mori. In questa guerra Curial viene imprigionato per sette anni a Tunisi, e Camar, la figlia del suo aguzzino, si innamora di lui. Non corrisposta, si converte al Cristianesimo e si suicida. Curial seppellisce il suo corpo in terra sacra e riesce a fuggire, dopo una lotta con un leone, a Genova, dove compra una canzone d’amore per Güelfa, con il tesoro del padre di Camar, ucciso anch’egli. Canta questa canzone a Güelfa, che tuttavia lo rifiuta. Si riappacificano solo dopo che Curial paga il riscatto per liberare il Marchese, catturato in guerra e l’apparizione di Apollo, che dice a Curial di abbandonare la vita lussuriosa e di studiare.

Il legame con la Lombardia

Per prima cosa ti chiedo una cosa: dimentica la definizione di Regione Lombardia. Quando fu scritto il poema il termine indicava quasi tutto il Nord Italia.

Questi territori avevano in comune la lingua, il retaggio longobardo e tanti altri elementi sociali ed economici.

Il Monferrato, ambientazione di questa novella, era in questi territori. Senza contare Milano, città lombarda per antonomasia, nella quale la novella venne scritta in gran parte.

Ma c’è di più.

 

La citazione della lingua lombarda

Esattamente, un testo catalano del 1445 cita la lingua lombarda.

In un paragrafo che parla dell’importanza psicologica delle lingue l’autore dice:

Començà a parlar lengua lombarda

Probabilmente è la citazione più antica che attesta l’esistenza della lingua lombarda, anche se non posso esserne del tutto certo. In ogni caso è una testimonianza molto antica da dedicare a tutti quelli che “la lingua lombarda è un’invenzione recente”.

Tra l’altro l’uso della lingua lombarda è un elemento fondamentale della trama del poema. Infatti Curial era invecchiato durante la prigionia, e per dissimularsi appena tornato nel Monferrato parlò in francese, appreso durante i tornei in Francia. Solo quando volle farsi riconoscere da Güelfa parlò in lombardo, venendo riconosciuto subito.

Non è di certo uno studio linguistico, anche se comunque i primi saggi dell’epoca, come il De Vulgari eloquentia di Dante confermavano l’idea di un idioma lombardo comune alla maggior parte dell’odierno mondo gallo-italico. Però fa una certa impressione pensare che già nel 1400 qualcuno parlava di lingua lombarda, e ancor più strano se pensiamo che non si tratta di un dettaglio ma di una parte fondamentale della trama.

Ed è motivante pensare che il catalano è diventato ciò che è anche grazie ai lombardi, che oggi combattono per la propria lingua, minorizzata, sminuita ed insultata, come Curial combattè per l’amore di Güelfa.

Fonti

  1. Curial e Guelfa
  2. Atribuyen la novela ‘Curial e Güelfa’ a Enyego d’Ávalos
  3. Macrotesti fra Oriente e Occidente: IV colloquio internazionale
  4. Convivenza di lingue in Curial e Güelfa
  5. Estudi lingüistics sobre Curial e Güelfa
  6. Curial e Güelfa – Viquipèdia
  7. Dir el nom de l’autor de ‘Curial e Güelfa’ “és gratuït i acientífic”
  8. Una tesi atribueix l’autoria de ‘Curial e Güelfa’ a Enyego d’Àvalos, gran camarlenc d’Alfons el Magnànim
  9. INFORME SOBRE LA HIPÒTESI D’ATRIBUCIÓ DE CURIAL E GÜELFA A ÍÑIGO D’ÁVALOS

Filed Under: News Tagged With: Glottologia, Letteratura dialettale, Lingua catalana, Lingua lombarda, Lingue d'Italia all'estero, Lingue del mondo, Lingue gallo-italiche

Comments

  1. Christian Arrobio says

    Giugno 2, 2017 at 11:05 am

    Da ignorante penso che la lengua lombarda citata sia da intendersi in maniera più ampia, non ricollega bile strettamente al lombardo. Il monferrino è un dialetto piemontese che da’ molto al lombardo, ma è comunque sempre preponderante la caratteristica piemontese. Sentire i cugini che parlano monferrino e quelli che parlano lodigiano mi fa distinguere nettamente l’uno dall’altro. Magari con lengua lombarda si intende genericamente la koine lombardo veneta. Tant’è che, ascoltando TV.Cat, l’intelligibile col piemontese è comunque alta…

    Rispondi
    • Mike Sciking says

      Giugno 5, 2017 at 10:44 am

      Abbastanza. Diciamo che all’epoca più che una koiné erano i vari dialetti ad essere così vicini da essere quasi sempre classificati nella stessa famiglia (quella lombarda), che poi per varie ragioni storiche si son divisi in altre lingue o sono stati assimilati da lingue vicine.

      Rispondi

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