L’Italia è costellata di nomi di luogo curiosi che derivano da vistosi errori di traduzione dalla lingua locale all’italiano.
Se segui il nostro sito saprai che sto facendo un giro d’Italia virtuale alla ricerca di toponimi tradotti in modo strambo, e li sto raccogliendo tutti in una serie di articoli.
Ho iniziato con questo: https://patrimonilinguistici.it/nomi-luogo-tradotti-male-in-italiano/
Quella che stai per leggere è la seconda puntata!
Indice
Bedero Valcuvia (VA)
Il lombardo Béder significa letteralmente “betulle”, perché è il plurale di bédora/bédera, in uso a nord di Varese e nel Canton Ticino (per esempio bèdola a Casalzuigno, bèdora a Breno-Fescoggia, bèdara a Indemini).
D’altronde questo comune della provincia di Varese si trova in una zona montana, dove le betulle sono molto diffuse. Alcuni toponimi simili nella zona sono Bedorè (frazione di Agra, Varese) e Bedoledo (frazione di Isone, Lugano).
Belveglio (AT)
Comune a sud di Asti, Belveglio ha un nome che non sembra significare niente.
Difatti l’originale piemontese Belvèj (nella forma locale anche Birvèj) significa semplicemente “Belvedere”. Il vero significato del nome è anche attestato in documenti medievali.
Boccadasse (GE)
Il genovese Bocca d’âse significa letteralmente “bocca d’asino”, nome che forse è ispirato dalla forma della baia su cui si affaccia il borgo. Nella traduzione italiana si è aggiunta stranamente una seconda <s>, che cambia la pronuncia.
Redipuglia (GO)
Redipuglia è conosciuto in tutta Italia per essere il luogo dov’è situato uno dei più importanti sacrari della Prima Guerra Mondiale. Ma non è certo un mistero che molti passanti si domandino: “Cosa c’entra la Puglia, visto che siamo vicini a Gorizia?”.
La risposta, come al solito, è facile: non c’entra niente.
Redipuglia infatti è l’adattamento italiano della forma veneta bisiaca Ridipuja. A sua volta, questa è un calco dello sloveno Sredipolje (“campo di mezzo”), che è in effetti un nome molto più plausibile da trovare nelle pianure del Nordest.
Sanremo (IM)
Il nome “città dei fiori”, sede della celeberrima kermesse canora, sembrerebbe derivare il nome da un tale San Remo. Facile, no?
E invece, niente di più falso: tanto per cominciare, la Chiesa cattolica non venera nessun santo con questo nome.
In realtà, per un ironico segno del destino, il nome del paese deriva da… Romolo!
Infatti il santo patrono del paese è proprio San Romolo, vescovo di Genova nel corso del V secolo. Il sant’uomo morì nella cittadina di Villa Matutiæ, dove il suo culto fu così importante da cambiare il nome, nel Medioevo, in Civitas Sancti Romuli.
Il latino Romulus si evolse in ligure come Reumo (pronuncia [‘rømu]), e venne successivamente male interpretato come Remo. L’italianizzazione fu così di successo che oggigiorno anche nel dialetto locale si dice [san’remu].
Tuttavia è da notare che ancora adesso nel comune di Sanremo è presente una frazione denominata “San Romolo”.
Capatiglio (BG)
Piccola frazione nel comune di San Giovanni Bianco (BG), in Val Brembana, all’apparenza ha un nome che non significa niente.
Correzione: non significa niente in italiano.
In lombardo invece il nome è Cà Patei, cioè “casa Patelli”, cognome abbastanza diffuso tra Bergamo e Milano.
Gran Paradiso (AO)
Benché il nome italiano di questo importante massiccio montuoso sia molto accattivante, e sicuramente in linea con la bellezza del posto, è ancora una volta una traduzione erronea, dovuta a una paraetimologia.
La denominazione originale in francoprovenzale è Granda Parèi, cioè “grande parete”.
Schivenoglia (MN)
Il paese in questione è una ridente località della Bassa mantovana. In mantovano è conosciuto col nome di Schivnòja.
Ma cosa significa questo nome? Semplice, quasi elementare: “schiva-noia”, tipico nome dato a molte residenze di campagna per nobili, con riferimento ai piaceri e ai divertimenti che aspettano chi ci passi.
Schiappapria (SV)
Il nome di questa frazione di Varazze è un adattamento minimo del ligure S-ciapa prîa, che significa “rompi pietra”; probabilmente nelle vicinanze c’era una cava.
Casatenovo e Prebone (LC)
In lombardo Casatenovo è conosciuto come Casanœuv: mentre nœuv significa chiaramente “nuovo” (o “novo”, con una coloritura più arcaica), cosa significa Casaa? In italiano è stato tradotto, per assonanza, ai tanti toponimi lombardi che finiscono in -ate, soprattutto in Brianza: Cornate, Carugate, Garlate, Alzate, Albiate…
Eppure il significato è molto più intuitivo: Casaa non è altro che l’evoluzione (secondo le regole fonetiche lombardo milanese) del latino casalis. In questo modo, si capisce che Casaa Nœuv voleva dire, molto semplicemente, “Casale Nuovo”!
A Casatenovo inoltre c’è una frazione chiamata Prebone , traslitterazione del locale Prebóm. Ma qual è il significato di questo nome? Ma ovviamente “prato buono”!
Monte Generoso (CO)
Montagna alta 1701 metri sopra il livello del mare, al confine tra l’Italia (Lombardia) e la Svizzera (Canton Ticino), da cui si gode il panorama dei laghi di Como e di Lugano.
In questo caso la traduzione è vistosamente fantasiosa: in lombardo la montagna infatti si chiama Giòner, oppure addirittura Calvagion. Il passaggio in italiano da Giòner a Generoso sarebbe avvenuto nel XVIII secolo, in base a chissà quale assonanza: anche perché nei documenti del secolo precedente era trascritto ancora come Gionero.
Oro di Giove (VB)
Quale sorpresa trovare un nome dal sapore mitologico in una vallata laterale della Val Vigezzo, sulla strada che porta a Finero (frazione di Malesco)!
Di fatti non è proprio così: l’originale Or de Zu significa tutt’altro, cioè “bordo del passo di montagna”.
Come hai visto, la maggior parte di questi nomi provengono dal Nord Italia, soprattutto dalla Lombardia. Purtroppo non è facile scovarli se non si abita in zona.
Quindi per la terza puntata chiedo aiuto a te: conosci altri nomi di luogo maltradotti provenienti da altre regioni d’Italia? Fammelo sapere in un commento!
Bibliografia
- AA. VV., Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 2006
C’è il monte Guglielmo, in provincia di Brescia tra il Sebino, Valle Camonica e Val Trompia. Il toponimo deriva dall’italianizzazione del termine dialettale Gölem, che non vuol dire Guglielmo, ma proviene dal latino culminem, ossia “cima, vetta, culmine”.
Il famoso paese di Ponte di Legno in valle Camonica è la forma errata italiana di Ponte d’Allegno, che era conosciuto nell’antichità. Da un latino dalenius / alenius forse il nome degli abitanti dell’alta valle. Infatti una frazione vicina a Ponte di Legno, in comune di Temù ha conservato il nome più antico: Villa d’Allegno. In dialetto comunque si dice Put de lègn su ricalco dell’italiano. Il paese ha in corrispondenza dei torrenti Frigidolfo e Narcanello, dove si forma il fiume Oglio, un bel ponte di legno, tanto per non smentire il toponimo italianizzato.
Grazie e ciao!
Non so se ne abbiate parlato in altro articolo, ma gli Spalti di Toro, monti al confine tra Veneto e Friuli, che in origine sarebbero stati di…Thor, il dio nordico!
Del Monte Guglielmo ho parlato nel primo articolo: https://patrimonilinguistici.it/nomi-luogo-tradotti-male-in-italiano/
C’è in Valle Camonica in paese di Ono San Pietro, ma in dialetto è detto Dò.
Vedi pure:
http://www.comuni-italiani.it/017/124/
“Fino al 1260 era denominata solo Ono. Incerte sono le notizie circa le origini del toponimo. Probabilmente deriva dal latino donum, inteso come patrimonio dotale o terrazzo. La specificazione si riferisce alla chiesa dei santi Pietro e Paolo.”
Ed anche:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ono_San_Pietro
Secondo una leggenda il dome Dò deriva dalle lettere “D” ed “O” presenti sulla facciata dell’antica chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo nella quale alcuni zingari si erano rifugiati a seguito della distruzione della loro carovana ad opera di una grande frana della Concarena. Secondo un’altra ipotesi il nome deriverebbe dal termine celtico-iberico duno, recinto per pecore da lana che, secondo la tradizione, sarebbero state importate nel 774 dai monaci di San Martino di Marmoutier. Secondo una terza ipotesi, Do sarebbe la contrazione del sostantivo latino “donum” o “dunum”, terrazzo.
C’è una frazione del comune di Pian Camuno sempre in Valle Camonica detta Beata, ma il nome è una contrazione del latino “biviata”, poiché in quel paese si incontravano le strade principale che provenivano da Brescia e da Bergamo.
BELVEJ (Astigiano) che significa “Bel Vedere” diventa Belveglio.
BER (Canavese) diventa Bairo.
BESIMÀUDA (Bovesano) diventa Bisalta.
BONDASCH (Vercelli) diventa Netro, in base ad un latino NETRUM, probabilmente riesumazione
d’archivio.
BORGHI (Torino) diventa Borgaro.
BORGH DLA MADÒNA (Carmagnola) diventa Borgo Salsasio.
BUSSOLIN (Torino) diventa Bussoleno.
CAMBURSCIAN (Vercelli) diventa Camburzano.
CASTELVEJ (Astigiano) lat. CASTRUM VETUS, che significa “castel vecchio”, diventa
Castelvero.
CAULIMOR diventa Cavallermaggiore.
CAVALION che significa “grosso correggiato”, strumento di lavoro agricolo, diventa Cavallerleone.
CHÉR, anticamente nel significato di “paese”, diventa Chieri.
CIAVASA (Biella) diventa Chiavazza.
CORTRESS (Canavese) diventa Cortereggio.
CRAUSANA diventa Clavesana.
CRAVÀINA (Cuneo) diventa Caprauna.
COTZAL (Biella) diventa Cossato.
DÒIRA (fiume, Canavese) diventa Dora.
DOCC, che significa “leggiadro”, diventa Duccio.
ELE (torrente, Mondovì) diventa Ellero.
ELF (torrente, biellese) diventa Elvo.
ËL MONDVI’, che significa “il monte di Vico (Forte), diventa Mondovì.
ËL PASSOU (Cuneo), che significa “il traghetto” diventa Passatore.
ËL SARET (fraz. di Carignano) diventa Ceretto.
ERBURENT, sotto il fascismo Roburento, oggi diventa Roburent.
FORNASA, che significa “fornace”, diventa Fornaca.
FRACIAM (fraz. di Sparone, Ivrea) diventa Fracchiano.
GAJANIN (Biella) diventa Gaglianico”:
GARVEJA (fraz. di Livorno Ferraris, Vercelli) diventa Garavoglie.
GASSO (Torino) diventa Gassino.
GNAN-A (Vercelli) diventa Lignana.
LARISÈ (Vercelli) che significa “la risaia” diventa Larizzate.
LAUDIS diventa Levaldigi.
LASARON dal nome personale Lazzaro (fraz. di Valenza po) “per decoro” viene mutato con decreto
del 1901 in Villabassa.
LECH (Langhe) diventa Lequio.
L’ENTA, che significa “l’innesto”, diventa Lenta.
LUMAJ (Canavese) diventa Nomaglio.
MARSÈ (Canavese) diventa Mersadio.
MESNIL (Torino) diventa Mezzenile.
MOJ RIOND (Biellese), che significa “laghetti rotondi”, diventa Mogli Rotonde.
MONTASTRUCC (Torino) diventa Montestrutto.
MONT ZËMMO (Mondovì) diventa Montezemolo
MUSCIAN (Biella) diventa Muzzano.
NUSEJ, che significa “noceto”, diventa Nucetto.
ALS (Acquese) diventa Alice.
PAUGNAN (Biella) diventa Pavignano
PCINENGH (Vercelli) diventa Pettinengo.
PITCAVAL, che significa “ai piedi della valle”, diventa Piedicavallo. (1)
3
PNENGH (Monferrato) diventa Penango.
POVRAGN (Cuneo) diventa Peveragno.
PSÈ (Torino) diventa Pecetto.
PSINAJ (Torino) diventa Pessinetto.
QUINSNÈ diventa Quincinetto.
RIASCH (Torino) diventa Revigliasco.
ROBA SOMÉ, che significa “ruba somaro” (2) diventa Robassomero.
SARF (torrente, Biellese) diventa Cervo.
SER VEJ, che significa “altura antica”, diventa Cervelli.
SETO ROJÉ diventa Settimo Rottaro.
SIAN (Vercelli) diventa Cigliano.
SIÈ (Mondovì) diventa Cigliè.
TANE (fiume) diventa Tanaro.
TEPPES (Torino) diventa Tepice.
VAJOMNA (Vercelli) diventa Vagliumina
Per me i top sono:
GAZOLDO DEGLI IPPOLITI (orig. Gazólt, grafia LoReS Gajalt → gagio alto → appezzamento di terra sollevato).
PIUBEGA (orig. Piübega, grafia LoReS Płúbica → metatesi di Pública → Pubblica).
CIGOLE (orig. Sígole, LoReS Cigolle → Cipolle).
REZZATO (or. Rezat, LoReS Rejad → Reggiato).
RIVOLTA D’ADDA (or. Riólta, LoReS Rivalta → Riva alta).
COLLEBEATO (or. Cobiat, LoReS Cobład → lomb. Còbła “coppia” → Accoppiato).
ZONE (or. Sú, LoReS Zon → Jon → Ju(g)um → Valico).
Mandaiga in Alta Valle Arroscia (IM) che significa “Manda acqua”, ovvero località ricca di sorgenti, italianizzato in Mendatica
In comune di Porto Valtravaglia c’è il Pian Cuvinicc (così nella toponomastica ufficiale) ma il suo nome comunemente diffuso è Pian Quinìcc (abbiate pazienza per la grafia, spero di aver reso l’idea…. Forse era meglio scrivere Quinitc? Non ho il grafema adatto sulla tastiera.)
In ogni caso, il toponimo mi riesce oscuro già nella sua forma dialettale; la grafia italianizzante mi riesce ancor più straniante.
Appena sopra il pian Quinicc, c’è il pian Nave: Altro toponimo che “mi puzza”.
Avete qualche idea?
Grazie!
P.s.: Esiste anche il paese di Bedero in comune di Brezzo di Bedero. Altro pasticcio: Brezzo (Brèsc) non è nemmeno il capoluogo che è Bedero. Ma forse è un trucco per distinguere da Bedero Valcuvia
Monteolimpino frazione di Como: niente a che vedere con un piccolo Olimpo, bensì storpiamento del lombardo mùnt rampín, cioè monte che si arrampica, impervio.
Il nome del Comune di Golasecca (Varese) è una storpiatura dell”antico nome Vuraseca, ancora usato in dialetto. Pare che il nome derivi dal celtico Var (usato per indicare l’acqua) e Seca ( che indica un passaggio nell’acqua,cioè un guado). Infatti il paese attuale si trova su di una collina ma anticamente i Golasecchiani (Cultura di Golasecca 800 a.c. età del bronzo) vivevano sulle rive del fiume Ticino che scorre nella valle sottostante.
Mi lascia perplesso l’etimo proposto per “Zone”.
Essendo la pronuncia locale [hu] — [h] in lombardo orientale è trattamento d’una sibilante sorda (o meno spesso preconsonantica), ma non d’una sonora prevocalica [> [z], [ð], [d] ) — non mi sembra possibile ricondurlo a JUGUM, da cui dovremmo piuttosto attenderci [zuf] [duf] o simili. Si deve quindi presupporre una base che s’iniziava (o conteneva, in caso d’aferesi) S-, TJ- o CJ.
Certo il greco zóne (ΖΩΝΗ), cui a prima vista farebbe pensale l’attuale pronuncia nell’italiano di Brescia (Zòne con la Z- sonora) non c’entra per nulla.
Però il DETI (Dizionario degli Etnici e Toponimi Italiani) afferma che la pronuncia locale è [zu], cosa che fa supporre al Dizionario di Toponomastica della UTET che l’origine del toponimo venga da *jugone (quindi *zuvù -> zù). Chi avrà ragione?
In ogni caso, forse bisognerebbe mettere in collegamento Zone con Azzone, nella vicina Val di Scalve, la cui pronuncia locale è proprio [su].
A proposito di jugum e di lingua greca, mi avevano raccontato che certi eruditi avevano collegato il nome di Zoagli (GE) [in genovese Zo(v)aggi] al greco ‘zoon ageìn’!
Cassina de’ Pecchi (MI). Mi sono sempre domandato cosa o chi siano i “Pecchi”.
In lombardo è chiamato “Cassina dei peit” [casina di pec}, che mi fa venire in mente le mammelle delle mucche. Se è riferito a una cascina in particolare magari diventata famosa per delle mammelle di mucca.
Sarebbe interessante saperlo.
Vero. E’ molto simile alla ‘Cascina Tecchione’ vicino a San Donato Milanese, dove ‘tecchione’ ovviamente vuol dire ‘teccion’, cioè ‘grosso tetto’.
Il mio paese si chiama Calcio, molti lo confondono per il gioco. Volevo solo sapere il suo significato effettivo